Cosa rende di successo uno studente? Quali sono i comportamenti e le strategie che rendono efficace lo studio? Quali, invece, i fattori che portano alla demotivazione e al fallimento?
Studenti, genitori e insegnanti si pongono spesso questi interrogativi, ma non sempre riescono a trovare adeguate risposte e strade percorribili per mettere in atto tecniche di apprendimento e di insegnamento più fruttuose e funzionali. Per rispondere a queste domande, è utile far riferimento agli studi e alle ricerche in materia di apprendimento e metodi di studio, in modo da poter delineare il profilo dello studente efficace.
Lo studio è un’attività complessa, in cui entrano in gioco, in un processo circolare, variabili di tipo cognitivo, metacognitivo ed emotivo-motivazionale.
Quando si parla di variabili cognitive, si fa riferimento essenzialmente a processi come attenzione, comprensione, memorizzazione e a strumenti e tecniche che favoriscono l’ apprendimento. L’acquisizione di valide strategie di studio è un fattore fondamentale per il successo scolastico e accademico, ma non è sufficiente. È importante, infatti, considerare anche le componenti metacognitive ed emotivo-motivazionali, che un ruolo fondamentale giocano nel processo di apprendimento.
La metacognizione si riferisce alla conoscenza di come funziona la mente ed alla possibilità di imparare a gestire questo funzionamento. Lo studente “metacognitivo” si chiede, ad esempio: Come organizzo lo studio? Quali strategie di memorizzazione utilizzo? Quali strumenti sono per me più utili ed efficaci? Cosa posso modificare per migliorare la prestazione? Si tratta di uno studente “strategico”, che attivamente costruisce la propria conoscenza.
Infine, vanno considerate le variabili emotive e motivazionali, quali ad esempio l’ autoefficacia, le aspettative, lo stile attributivo, le motivazioni, l’ansia.
Il senso di autoefficacia è la convinzione della personale capacità di agire per raggiungere i propri obiettivi. Chi possiede un alto livello di autoefficacia ha fiducia nelle proprie abilità e si aspetta il successo: Ho le capacità per affrontare questo compito. Andrà bene. Questa aspettativa positiva sostiene lo sforzo e l’impegno dello studente, che quindi avrà più probabilità di riuscire. Il successo ottenuto incrementerà ulteriormente l’autoefficacia, generando una spirale positiva. Lo studente con basso senso di autoefficacia, invece, ha scarsa fiducia nelle proprie abilità: Non sono portato per la matematica. Come sempre non otterrò buoni risultati.
Un altro costrutto psicologico che assume un fondamentale ruolo nella riuscita scolastica e universitaria è lo stile attributivo, ossia l’attribuzione a cause diverse dei propri successi e insuccessi da parte della persona che, più o meno consapevolmente, cerca di darsi una spiegazione di ciò che gli accade. Lo studente, ad esempio, può attribuire successi e insuccessi scolastici a cause esterne, come la facilità o difficoltà del compito, la fortuna o la sfortuna, e così via. In alternativa, può avere la tendenza ad attribuire le cause degli eventi a fattori interni, come l’impegno e le capacità personali. L’attribuzione interna, rispetto a quella esterna, risulta sicuramente preferibile, in quanto induce la persona ad impegnarsi e attivarsi per raggiungere i propri scopi.
La percezione di autoefficacia influenza lo stile attributivo. Lo studente con elevata autoefficacia tende ad avere uno stile attributivo interno; quello con bassa autoefficacia, invece, presenta uno stile tendenzialmente esterno. Il primo dà grande importanza all’impegno ed è più motivato al successo, non si arrende di fronte alle difficoltà e di conseguenza ottiene prestazioni superiori. In chi, al contrario, crede che successi e fallimenti non dipendano da sé ma da fattori esterni, l’impegno e lo sforzo saranno inferiori. Ciò determinerà una maggiore probabilità che si verifichi un fallimento che, di conseguenza, andrà a confermare le convinzioni di non essere un bravo studente.
Un’ulteriore componente da prendere in considerazione è la capacità di gestire lo stress e l’ansia che possono presentarsi in situazioni di verifiche ed esami o semplicemente nel corso degli studi. La prestazione di uno studente che si accinge ad affrontare una qualsiasi prova, infatti, può essere condizionata dalla condizione emotiva dell’ansia, in quanto le funzioni cognitive, come attenzione e memoria, risultano compromesse. Un errore che spesso si commette è quello di concentrarsi esclusivamente sulla preparazione della prova o dell’esame, tralasciando aspetti altrettanto importanti che, se trascurati, potrebbero pregiudicare la buona riuscita.
In sintesi, lo studente di successo:
- conosce e sa come e quando applicare strategie di studio valide e funzionali;
- sa organizzare e programmare lo studio in funzione dei suoi obiettivi;
- possiede un elevato senso di autoefficacia e ha fiducia nelle proprie capacità e potenzialità;
- ha uno stile attributivo interno ed è consapevole che i risultati che ottiene sono in relazione con l’impegno e le sue personali risorse;
- possiede le capacità di gestione dei fattori emotivi, come l’ansia, che potrebbero presentarsi nello studio e nell’affrontare prove ed esami.