Cambiare il pensiero per cambiare l’emozione

Terapia cognitivo-comportamentale

Gli uomini sono agitati e turbati non dalle cose,
ma dalle opinioni che hanno delle cose.

(Epitteto)

 

A volte siamo erroneamente portati a pensare che l’emozione negativa che proviamo in un certo momento sia la diretta conseguenza di una situazione o un evento. Ad esempio, ottengo scarsi risultati scolastici o lavorativi (situazione), per questo motivo mi sento triste, demotivato oppure arrabbiato con me stesso o con gli altri (emozioni). La possibile reazione comportamentale è un impegno insufficiente.

In realtà, non è esattamente così. Le nostre reazioni emotive e i nostri comportamenti, infatti, sono influenzati da come valutiamo e interpretiamo ciò che accade (pensieri). Tornando all’esempio precedente, i pensieri potrebbero essere i seguenti:

“Non riuscirò mai ad ottenere buoni risultati”, “Se non ottengo buoni risultati è perché non sono capace, sono un buono a nulla”.

Tali pensieri giustificano le emozioni di tristezza e rabbia e possono condurre a scarsa motivazione e quindi a insufficiente impegno.

I pensieri, le interpretazioni, le convinzioni possono essere non del tutto logiche, razionali e coerenti con la realtà. Stati emotivi negativi eccessivamente intensi o prolungati possono essere connessi con modi di pensare non funzionali al raggiungimento dei nostri obiettivi e al benessere personale. Ci può essere, ad esempio, la tendenza a ingigantire gli aspetti negativi, o ad avere una visione catastrofica degli eventi. Ci può essere, inoltre, la tendenza a non considerare aspetti positivi della situazione.

Come insegna la terapia cognitiva, In questi casi è utile imparare a “mettere in discussione” i pensieri e le convinzioni, per verificare se sono logici, razionali e adeguati alla realtà. Una delle strategie utili è la ricerca delle prove a sostegno della veridicità di tali convinzioni. Il pensiero riportato nell’esempio precedente, “Non riuscirò mai ad ottenere buoni risultati”, può essere messo in discussione ponendosi delle domande. Ad esempio: “Quali sono le prove che dimostrano che non otterrò mai buoni risultati?”.

In questo modo è possibile individuare dei pensieri alternativi, più realistici e logici, come: “Il fatto che non ho ottenuto i risultati sperati in questa occasione, non significa che non potrò ottenerne in futuro, né tantomeno che sono un buono a nulla”. Modificare i pensieri irrazionali produce un nuovo punto di vista, che genera emozioni e comportamenti più funzionali e positivi.